Il bonus ISCRO partite IVA è un supporto economico messo a disposizione dall’INPS per i lavoratori autonomi con partita IVA che si trovano in una situazione di difficoltà economica. Questo strumento di sostegno, introdotto recentemente, mira ad aiutare coloro che vedono ridursi in modo drastico il proprio fatturato, garantendo loro un’indennità. Ma a chi spetta e quali sono i requisiti per accedere a questo bonus? Analizziamo nel dettaglio il bonus ISCRO partite IVA, spiegando che cos’è, come funziona e quali sono i requisiti necessari per ottenerlo.
Che cos’è il bonus ISCRO partite IVA
Il bonus ISCRO partite IVA (Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa) è un’indennità speciale erogata dall’INPS a favore di lavoratori autonomi che hanno subito una riduzione del reddito. Non si tratta di un supporto permanente, ma di una misura straordinaria introdotta per tutelare chi si trova ad affrontare un calo significativo dei guadagni. Il bonus ISCRO partite IVA è stato pensato per coloro che non hanno diritto alla cassa integrazione o ad altri strumenti di sostegno al reddito tradizionali, come i lavoratori dipendenti.
A chi spetta?
Il bonus ISCRO partite IVA è destinato ai titolari di partita IVA iscritti alla Gestione Separata INPS. Possono accedere a questa indennità i lavoratori autonomi, compresi i forfettari, che non siano già pensionati o titolari di altre prestazioni di sostegno al reddito. A chi spetta dunque? Ecco i criteri principali:
- Iscrizione alla gestione separata INPS: è necessario essere iscritti all’INPS come lavoratori autonomi con partita IVA;
- Non essere titolari di pensione: il richiedente non deve essere titolare di pensioni o altre forme di sostegno al reddito;
- Riduzione del reddito: si deve dimostrare una riduzione del fatturato del 50% rispetto alla media dei tre anni precedenti;
- Fatturato massimo: il reddito dell’anno precedente alla richiesta non deve superare i 8.145 euro;
- Contributi versati: occorre aver versato almeno tre anni di contributi nella Gestione Separata.
Questi requisiti sono fondamentali per determinare a chi spetta il bonus ISCRO partite IVA. Chi soddisfa tali condizioni può presentare la domanda all’INPS, ma è importante comprendere meglio come funziona il processo e accedere al proprio cassetto fiscale per monitorare la propria situazione previdenziale.
Come funziona il Bonus ISCRO
Per capire come funziona il bonus ISCRO partite IVA, è utile chiarire il processo di richiesta e di erogazione. La domanda deve essere presentata telematicamente attraverso il sito dell’INPS, accedendo con il proprio SPID o con altre credenziali fornite dall’INPS. Una volta verificata la sussistenza dei requisiti, l’ente eroga l’indennità direttamente sul conto corrente del richiedente.
L’importo che spetta varia in base al reddito del lavoratore. Il bonus ISCRO partite IVA è calcolato come il 25% del reddito dell’anno precedente, con un importo minimo di 250 euro e un massimo di 800 euro mensili. Questo importo viene erogato per sei mesi consecutivi. Va sottolineato che l’indennità non è soggetta a tassazione, pertanto l’importo ricevuto è netto.
Il bonus ISCRO partite IVA può essere richiesto una sola volta nel triennio 2021-2023, e ogni lavoratore autonomo con partita IVA può fare domanda solo una volta in questo periodo. È una misura straordinaria pensata per situazioni di emergenza economica.
La durata e l’importo del Bonus ISCRO
Una volta accettata la domanda, il bonus ISCRO partite IVA viene erogato per un periodo di sei mesi consecutivi. Come accennato in precedenza, l’importo varia tra 250 e 800 euro mensili, a seconda del reddito dichiarato nell’anno precedente. Questa indennità è pensata per coprire temporaneamente la riduzione dei guadagni dei lavoratori autonomi che rispettano i requisiti.
Come presentare la domanda per il Bonus ISCRO
Per presentare la domanda di bonus ISCRO partite IVA, è necessario seguire alcuni semplici passaggi. Prima di tutto, bisogna accedere al portale dell’INPS, utilizzando lo SPID o altre credenziali di accesso riconosciute. Nella sezione dedicata ai lavoratori autonomi, sarà possibile trovare il modulo da compilare. Durante la compilazione della domanda, sarà necessario inserire i propri dati personali, compreso il reddito degli anni precedenti, e dichiarare la riduzione del fatturato.
Una volta inviata la domanda, l’INPS verificherà la sussistenza dei requisiti e, se tutto risulta corretto, erogherà l’indennità direttamente sul conto corrente indicato. È fondamentale che tutti i dati inseriti siano veritieri e aggiornati per evitare eventuali rifiuti o ritardi nell’erogazione.
L’importanza per i lavoratori autonomi
Il bonus ISCRO partite IVA rappresenta una novità nel panorama delle indennità destinate ai lavoratori autonomi. La sua introduzione ha portato una ventata di sollievo per coloro che, pur essendo professionisti con partita IVA, si trovano spesso privi di strumenti di tutela in caso di calo del fatturato. Sebbene non possa sostituire completamente il reddito perso, il bonus ISCRO partite IVA permette ai lavoratori autonomi di affrontare periodi difficili con un minimo di stabilità economica.
La sua importanza risiede nel fatto che, per la prima volta, si è pensato a una misura specifica per chi non ha accesso a strumenti come la cassa integrazione o il sussidio di disoccupazione. Inoltre, l’inclusione dei forfettari tra i beneficiari amplia la platea di chi può accedere a questo supporto, riconoscendo la necessità di proteggere tutte le forme di lavoro autonomo, non solo quelle con regimi fiscali più complessi.
Possibilità e limiti del Bonus ISCRO per il lavoro autonomo
Il bonus ISCRO partite IVA offre una soluzione temporanea per i lavoratori autonomi che si trovano a dover affrontare difficoltà economiche dovute a un calo del fatturato. Questa misura rappresenta un importante passo avanti nel riconoscimento dei diritti dei professionisti con partita IVA, fornendo loro un sostegno in un momento di emergenza. Tuttavia, i suoi limiti sono evidenti, essendo un’indennità di breve durata e con un massimale limitato, che potrebbe non bastare a coprire le reali necessità di molti lavoratori.
Per il futuro, sarà importante valutare la possibilità di estendere e migliorare questa misura, rendendola uno strumento più accessibile e adeguato alle diverse esigenze dei lavoratori autonomi. Potrebbe comunque, diventare un modello di riferimento per nuove politiche di welfare, capaci di garantire una maggiore stabilità a chi contribuisce in modo deciso all’economia attraverso il lavoro indipendente.