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Brexit: com’è la situazione nel Regno Unito

A 6 anni dall’avvio formale dell’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, a che punto siamo con la Brexit? Com’è la situazione nel Regno Unito? Cerchiamo di fare chiarezza in merito.

Anche se il Regno Unito è uscito dall’UE, l’iter avviato con l’invocazione dell’articolo 50 del Trattato sull’UE non è ancora del tutto concluso. Si continua a discutere in merito alla situazione dell’Irlanda Settentrionale, immigrazione e commercio. Sono trascorsi sei anni da quanto la Gran Bretagna ha dato il suo formale avvio all’uscita dall’Unione Europea. L’iter era iniziato il giorno 23 giugno 2016, quando oltre il 50% degli elettori ha votato per il Leave. Il processo si è concluso la fine dell’anno 2020. Tuttavia, Bruxelles e Londra continuano a contrattare: alcune regole previste dall’intesa sono entrate in vigore pochi mesi fa e altre lo faranno nel corso della stagione estiva. I lavori sono ancora in corso e ciò rende difficile fare un bilancio sull’impatto della Brexit.

Brexit, il Regno Unito ha perso oltre 30 miliardi di investimenti

Uno studio condotto da un funzionario della Banca d’Inghilterra, Jonathan Haskel, sottolinea che con la Brexit gli investimenti del settore privato si sono arrestati. L’uscita del Regno Unito dall’UE è costata circa mille pound a famiglia in mancati investimenti. È quanto ha rilevato lo studio della Bank of England, che è stato pubblicato nel mezzo di una congiuntura difficile per l’economia inglese, che sta subendo i colpi dell’inflazione.

Il Regno Unito ha imboccato la strada del declino economico e i policy maker britannici cercano di comprendere come risolvere la crisi dopo l’uscita dall’UE. Lo scenario è davvero apocalittico: lo spettro della recessione economica è già in atto ed a pesare sulle tasche dei cittadini e delle imprese è il caro prezzi e l’impennata delle tariffe della materia energetica. Il reddito nazionale della Gran Bretagna ha subito contraccolpi senza precedenti e lo scenario previsionale è piuttosto nebuloso. I segnali della ripresa economica sono ben lontani.

Per non parlare dei contraccolpi della guerra in Ucraina e delle sanzioni irrogate. Secondo un sondaggio della società Gfk, la fiducia dei consumatori britannici a maggio è crollata al livello più basso mai registrato, toccando -40 punti. È più basso rispetto alla crisi del 2008. La previsione della Bank of England è che il tasso inflazionistico superi il 10%, a causa dell’incremento dei prezzi delle materie prime e dell’energia. La vera sfida deve essere ancora affrontata dal momento che i prossimi mesi dell’anno 2023 saranno davvero difficili per la Gran Bretagna, che è alle prese con un’inflazione ai massimi da oltre 40 anni.

Brexit, quali sono gli ultimi dati sulla situazione economica

Da oltre 300 anni lo scenario economico della Gran Bretagna è piuttosto negativo: il collasso del prodotto nazionale di oltre 30 punti percentuali conferma il rallentamento dell’economia della Gran Bretagna. Secondo le stime, la disoccupazione dovrebbe raddoppiare, i prezzi continueranno a salire, i consumi crolleranno e il commercio con l’UE ibernerà.

Gli ultimi dati sul commercio UE-Regno Unito evidenziano l’effetto Brexit: l’import europeo dalla Gran Bretagna è del tutto crollato, nel dettaglio si è dimezzato. Il surplus commerciale dell’UE con la nazione inglese ha registrato un balzo a 23,2 miliardi di euro. Si pensi che nel 2020 il saldo era di oltre 18,5 miliardi di euro.

Non a caso c’è nostalgia dell’Europa: secondo un sondaggio commissionato dal Guardian, il 58.5% della popolazione voterebbe ora per rimanere nell’Unione europea, il 41,5% degli inglesi è dell’idea che è meglio rimanere slegati dal blocco dei 27.

Lavoro nella Gran Bretagna dopo la Brexit

Tra i più gravi problemi che la Gran Bretagna si trova a dover affrontare all’indomani della Brexit c’è la carenza del personale non specializzato. La Brexit ha portato ad una carenza di oltre 330mila posti, soprattutto nel comparto sanitario, nella logistica e nell’accoglienza. C’è deficit di personale infermieristico e medico. Anche il numero di studenti europei che si iscrivono presso un’Università inglese è più che dimezzato: in particolare, è calato il numero di studenti italiani, tedeschi, francesi.

Ad abbandonare la nazione inglese sono anche i banchieri che hanno preferito Milano, Parigi e Francoforte a Londra. Addirittura, con il trasferimento da Londra a Parigi e Milano, i guadagni dei banchieri hanno subito un incremento di oltre 40 punti percentuali.

Dopo il divorzio con l’UE, la sterlina va a picco

Sterlina ai minimi storici a seguito della Brexit e del divorzio della Gran Bretagna dall’UE. Il Regno Unito è sull’orlo della profonda recessione e crisi monetaria e Sunak vuole affrontarla con un approccio fiscale improntato alla prudenza. Piacerà ai mercati finanziari? Nel frattempo, un nuovo scandalo fiscale ha colpito il capo dei tories Nadhim Zahawi ed il premier Sunak lo ha licenziato. Si tratta di una

“grave violazione del codice ministeriale”.

Lo stesso Rishi Sunak spiega:

“Quando sono diventato primo ministro l’anno scorso, ho promesso che il governo che guidavo avrebbe avuto integrità, professionalità e responsabilità a tutti i livelli”.

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