Nel VII Rapporto sulle scelte di investimento delle famiglie italiane reso noto dalla Consob è emerso che le criptovalute sono in crescita.
Sempre più italiani sono interessati ad investire in criptovalute o valute digitali. È stato pubblicato il VII Report sulle scelte di investimento dei nuclei familiari italiani. Con lo scoppio della pandemia Covid-19 cresce l’utilizzo della rete Internet per compiere le operazioni di investimento e di gestione del risparmio.
Tra i risparmiatori italiani cresce l’interesse per i mercati azionari e per il trading delle valute digitali. A seguito dello scoppio della pandemia è cresciuto l’utilizzo della rete Internet per gestire i risparmi. Quasi il 30% degli utenti riferisce di utilizzare i servizi finanziari telematici più di quanto facesse prima dell’epoca pandemica.
Con la pubblicazione del VII Rapporto sulle scelte di investimento delle famiglie italiane reso noto dalla Consob, è emerso che le criptovalute sono in crescita. L’interesse degli italiani a partecipare ad una financial community viene espresso dagli individui con minore alfabetizzazione sulla finanza.
Il risparmio durante la pandemia
Durante l’emergenza sanitaria il reddito familiare si è ridotto di 27 punti percentuali, secondo l’indagine svolta da GfK Italia per Consob. Il 32% degli italiani ha riferito di aver assistito ad una netta riduzione della propria ricchezza ed il 39% fatica ad affrontare le spese fisse e ricorrenti. Tuttavia, c’è un 36% che non sa come investire i propri risparmi.
Investimenti e prodotti di gestione del risparmio
Secondo il Report pubblicato dalla Consob, le attività finanziarie più diffuse rimangono i certificati di deposito e i buoni fruttiferi postali (posseduti dal 43% delle famiglie), seguiti dai titoli di Stato italiani (25%) e dai fondi comuni di investimento (24%). Tuttavia, cresce l’interesse dei risparmiatori italiani ad investire in criptovalute e c’è chi detiene un portafoglio crittografico diversificato.
Investire in criptovalute: cosa sono?
Le criptovalute o valute digitali sono asset digitali, non fisici e non controllati da alcuna autorità centrale. Le informazioni sulle transazioni in criptovaluta sono memorizzate in un registro digitale decentralizzato, basato tipicamente sulla tecnologia blockchain. Il Bitcoin è la prima criptovaluta creata al mondo nel 2008 da Satoshi Nakamoto, pseudonimo utilizzato per indicare il creatore o il gruppo di creatori, la cui identità è ignota.
Rispetto alle normali valute tradizionali, non esiste una banca centrale, che si occupa di stampare e di controllare il flusso delle valute. Molte criptovalute riescono a garantire un alto livello di anonimato negli scambi che avvengono tra utenti. Le transazioni che avvengono con le criptovalute sono sicure in virtù del particolare network che utilizzano.
Portafoglio crittografico: meglio concentrato o diversificato?
Per investire sulle criptovalute è bene implementare una strategia di diversificazione del portafoglio crittografico. Essendo un settore soggetto ad una forte speculazione e volatilità, la creazione di un portafoglio diversificato è fondamentale in quanto assicura che gli investitori minimizzino le perdite. La principale finalità della diversificazione del portafoglio di criptovalute è quella di distribuire il rischio su molti progetti crittografici diversi.
È bene attribuire un giusto peso alle valute digitali da detenere nel proprio portafoglio: Bitcoin, Ethereum, Litecoin, Monero, Ripple e molti altri assets. Un portafoglio crittografico concentrato non consente di minimizzare i rischi derivanti dalle fluttuazioni della quotazione degli assets digitali. Con un portafoglio concentrato, le performance peggiori non possono equilibrare gli alti guadagni.
Investire in criptovalute: come fare?
È possibile comprare o vendere criptovalute sugli Exchange o compravendere criptomonete nel trading online CFD. Con i crypto exchange, si procede all’acquisto diretto delle criptovalute, mentre con i broker di criptovalute si opera con i contratti per differenza. In entrambi i casi, è possibile operare con bassi costi di commissione sulle operazioni di compravendita.