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La Bolla Finanziaria del 2007: Cause, Conseguenze e Lezioni Apprese

Bolla finanziaria 2007-2009: cosa è accaduto realmente? Quali sono le cause e le conseguenze? Poteva essere evitata questa bolla speculativa? Ecco la lezione che possiamo apprendere.

Investimenti immobiliari, Dotcom, Bitcoin e Tulipani sono solo alcuni eclatanti esempi di bolle speculative che saranno ricordate nella storia della finanza. Lo scoppio delle bolle speculative ci fa riflettere profondamente sull’efficienza dei mercati finanziari. La psicologia e l’irrazionalità degli investitori provoca bolle speculative, che tendono a ripetersi ciclicamente nel corso della storia monetaria e finanziaria. Caratteristica comune delle bolle speculative è la sfrenata corsa dei prezzi guidata dall’avidità degli investitori. La convinzione del “gregge” di investitori è che il prezzo salirà all’infinito. Per questo, c’è disinteresse del valore di ciò che si sta acquistando sul mercato.

La Bolla finanziaria 2007 è uno dei casi più eclatanti di bolle speculative che meritano menzione ed analisi. Scopriamo quali sono state le cause e le conseguenze della bolla finanziaria dell’anno 2007 e quale lezione può essere appresa.

Bolla speculativa: quando l’investimento diventa maniacale

Prima di analizzare le cause e le conseguenze della bolla finanziaria del 2007, facciamo chiarezza in merito a cosa sia una bolla speculativa. Nel libro “Euforia irrazionale”, Shiller descrive le bolle speculative in termini di

“retroazione di feedback positivi”.

Una bolla comincia quando i prezzi di determinati titoli azionari iniziano a correre e sempre più investitori iniziano ad investire, provocando una sorta di effetto valanga per cui aumenta sempre più l’interesse attorno a queste azioni. L’intero sistema è una sorta di catena di Sant’Antonio e si regge solo fino a quando esistono investitori irrazionali disposti ad entrare nel gioco ed acquistare azioni di altri. Questo gioco è destinato a crollare.

Bolla finanziaria del 2007: le cause

Quando si parla della bolla del 2007 facciamo riferimento alla bolla dei Bitcoin, che assomiglia alla bolla dei tulipani del Seicento. “La storia insegna, ma non ci sono scolari” e l’ingordigia dell’essere umano porta allo scoppio delle bolle speculative. All’inizio del XVII secolo ad Amsterdam esplose la “tulipmania”, la bolla dei tulipani. I bulbi erano ritenuti investimenti sicuri. Ma la moltiplicazione della loro domanda portò ad un’impennata dei prezzi. Più il prezzo salì e più gli investitori acquistarono questo assets. Fu la prima bolla speculativa della storia economica moderna.

Quattro secoli dopo dallo scoppio della tulipmania, la storia si è ripetuta per colpa di una colossale crisi economico-finanziaria. Gli effetti di questa bolla speculativa sono visibili ancora oggi e le cause che portarono a questa corsa sfrenata dei prezzi non sono state eliminate e ne stiamo pagando ancora le conseguenze. Il mercato finanziario statunitense rischiò di crollare per effetto della bolla speculativa, che calò la disponibilità di liquidità a livello mondiale e tutte le economie globali entrarono in una profonda recessione.

Tutto ebbe inizio nel 2007, ma i primi effetti si scatenarono tra il mese di luglio ed il mese di settembre 2018 quando il mercato real estate, ovvero il mercato del mattone americano ebbe una battuta d’arresto improvvisa. La causa fu la crisi dei mutui subprime, ovvero dei mutui concessi a soggetti che avevano scarse capacità finanziarie ma che potevano accedere ugualmente a un prestito “puntando” sulla crescita del valore dell’immobile.

Sul mercato dei mutui c’erano soggetti che chiedevano finanziamenti a medio-lungo termine pari al 100% del valore del bene immobiliare. Il meccanismo alla base di tutto questo rimase in piedi fino a quando il mercato del mattone, in crescita, consentiva a chi aveva difficoltà a pagare il mutuo di fare fronte alle richieste delle banche, rivendendo il bene immobiliare, che aveva un valore superiore all’ammontare del mutuo richiesto. Una volta che la quotazione del mattone cominciò ad arrestarsi, molte persone non riuscirono più a pagare le rate del mutuo acceso.

Lo scoppio della bolla immobiliare 2007-2009

La causa sono stati i mutui subprime: i prestiti furono concessi a persone che avevano poche capacità di rimborsare il prestito. Alla fine, i mutuatari non poterono adempiere i “pagamenti mensili” e la loro proprietà fu preclusa. Nel biennio 2007-2009 c’erano più immobili in vendita di acquirenti: ciò ha innescato un calo drastico dei prezzi dei beni immobiliari. La bolla immobiliare è esplosa.

Anche le banche e i grandi investitori hanno giocato un ruolo importante e decisivo, aggravando la situazione. Quando le banche e gli intermediari finanziari hanno assistito a questo trend ribassista della quotazione degli immobili, hanno adottato una strategia difensiva e hanno smesso di acquistare i titoli azionari di “titoli garantiti da mutui subprime”.

Il prezzo dei titoli azionari ha cominciato a scendere drasticamente e ciò ha avuto un impatto notevole su Wall Street. Tra i grandi investitori responsabili della crisi dei mutui subprime nel triennio 2007-2009 meritano menzione: Lehman Brothers e Bear Sterns. Anche i profitti delle banche di investimento hanno iniziato a ridursi notevolmente fino al crack finanziario.

Bolla 2007-2009: quali sono le conseguenze?

Con lo scoppio della bolla speculativa il panico si è cominciato a diffondere dagli Stati Uniti a tutto il mondo. Il mercato azionario ha subito una battuta d’arresto ed il mercato creditizio si è bloccato. I sistemi economici mondiali sono diventati sempre più assetati di liquidità ed ottenere un prestito o un mutuo non era una semplice passeggiata. Anche la spesa pubblica si è ridotta a seguito del sentiment negativo. Ciò ha innescato una tremenda recessione economica, di cui stiamo pagando le conseguenze ancora oggi.

Quale lezione possiamo apprendere?

In primo luogo, dobbiamo sempre analizzare i dati a disposizione e vale sempre il principio del più grande investitore del mondo, Warren Buffet: investiamo solo in ciò che siamo in grado di comprendere oppure restiamo fuori dal gioco. Purtroppo, però, “ci sarà sempre qualcuno che si lascia tentare dal brivido della velocità e, alla fine, si schianta in tangenziale”.

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