C’è grande perplessità per il destino di Luna, la criptovaluta che sembrava destinata a decollare salvo poi precipitare rovinosamente. Il quadro più sconvolgente però, viene dipinto dall’ecosistema Terra che sembra aver fallito sotto molti punti di vista nonostante promettesse bene, anzi, benissimo. Fino a pochi giorni fa, infatti, Terra veniva visto come uno dei progetti più promettenti, la blockchain 3.0 tanto da tenere testa a Ethereum.
Ethereum è una piattaforma decentralizzata del Web 3.0 per la creazione e pubblicazione peer-to -peer di Smart Contract.
Gli smart contract o contratti intelligenti, come qualsiasi altro contratto, regolano i termini e le condizioni di un accordo tra le parti. A differenza di quelli tradizionali, tuttavia, vengono eseguiti sulla base di un codice programmato su una blockchain.
Cenni veloci sull’ecosistema Terra e il token Luna
Terra è stata sviluppata nel 2018 da Do Kwon (CEO di Terraform Labs) e David Shin (CEO di Chai) con l’obiettivo di creare una stablecoin che unisse gli aspetti positivi delle criptovalute e delle valute fiat tradizionali. Nella mente dei due fondatori coreani, il progetto iniziale della blockchain Terra prevedeva l’utilizzo del meccanismo di consenso Tendermint Delegated-Proof-of-Stake (DPoS): la rete permetteva ai suoi utenti di creare delle stablecoin ancorate a valute fiat.
Un progetto promettente
Per tutto il 2021 e i primi mesi del 2022, Terra – LUNA è stato uno dei progetti più promettenti nel mondo delle criptovalute. Oltre al proprio token nativo, la Crypto, aveva un punto di forza importante rappresentato da UST, la stablecoin algoritmica che alimenta i protocolli DeFi. Quello che sembrava essere un vantaggio, tuttavia, si è trasformato in una vera e propria condanna per Luna. Dopo il deragliamento della stablecoin algoritmica UST di inizio maggio 2022, infatti, nel giro di pochi giorni è arrivato il crollo completo della moneta digitale più promettente del momento. A questo è seguito il blocco delle operazioni sulla blockchain Terra e la sospensione del supporto alla criptovaluta da parte dei principali exchange come Binance e Coinbase.
Una nuova fase possibile
Il disastro della criptovaluta Luna ha indotto il cofondatore Do Kwon a rilanciare il progetto con una nuova versione della blockchain (Terra) e nuovi token (LUNA). La precedente catena di blocchi e gli stessi coin che oggi valgono zero sono stati denominati Terra Classic e Luna Classic per distinguerli da quello che potrebbe essere il possibile e, si spera, più fortunato futuro della Crypto. La nuova fase di Terra (LUNA) non includerà la stablecoin UST, che si trova di fatto a un binario morto.
Le variabili di una ripresa possibile
Al momento non è dato sapere se ci sarà davvero una seconda vita per Terra e la criptovaluta LUNA. La variabile che, tra tutto, determinerà il successo del progetto è l’adesione al nuovo progetto da parte degli investitori. Il problema è quello di recuperare la credibilità persa sia agli occhi dei possessori di LUNA, prima del fallimento di UST, sia di chi sarà chiamato a scegliere se investire o meno nella nuova criptovaluta. Quello che invece non mancherà sarà il sostegno degli exchange, determinati ad appoggiare il rilancio di Do Kwon.
Un mercato che scotta
Ci si interroga ancora sulle cause che hanno portato al tracollo Luna. Il dato di fatto è certamente che i sostenitori di Terra, nel giro di poche ore, hanno visto i loro risparmi andare in fumo e sgretolarsi sotto i propri occhi. Questo è un episodio che ricorda che il mondo delle criptovalute è tanto affascinante quanto pericoloso e che bisogna essere pronti al guadagno ma anche alle perdite. Il motivo principale dell’interesse verso le criptovalute è il desiderio di fare affari, e la presenza di speculatori talvolta determina un aumento vertiginoso dei prezzi ma anche il crollo degli stessi deve essere messo in conto.