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Prescrizione delle cartelle esattoriali: come funziona?

Le conseguenze della pandemia da covid-19 continuano a farsi sentire sulla materia fiscale, pur essendo passati già diversi anni dalla sua conclusione. In particolare, i termini di prescrizione delle cartelle esattoriali, che sono state oggetto di proroghe straordinarie nel 2020, hanno subito allungamenti importanti. Queste proroghe, anche se sono state introdotte in un contesto di emergenza (quale poteva essere la pandemia globale da covid-19), stanno continuando a generare effetti sul sistema di riscossione, con ripercussioni che si protraggono tuttora nel tempo e che non smetteranno di farsi sentire, ancora per diversi anni.

Diventa chiaro, allora, che le misure adottate per rispondere all’emergenza sanitaria hanno lasciato una ferita a livello fiscale, ferita che stenta a richiudersi anche anni dopo la fine della pandemia stessa. Di seguito approfondiremo la questione per scoprire quali sono i termini di accertamento delle cartelle esattoriali interessati ancora oggi dalla proroga.

I tempi di prescrizione delle cartelle esattoriali

Quando ricevi una cartella esattoriale, è fondamentale conoscere i termini entro cui l’Agenzia delle Entrate e della Riscossione può agire per riscuotere i credito. Una volta trascorso un determinato periodo di tempo, infatti, il debito viene considerato estinto e l’Agenzia non potrà più pretendere i pagamento. È proprio questo il concetto del termine di prescrizione.

Il termine di prescrizione inizia a decorrere a partire dal giorno successivo alla scadenza del termine per il pagamento indicato nella cartella. Questo vuol dire che, se l’Agenzia delle Entrate non agisce entro quel termine previsto dalla legge, il contribuente è comunque libero dal debito, pur non avendo pagato.

Fai attenzione: non esiste una regola unica che stabilisca quando un debito sia prescrivibile. Infatti, ogni imposta ha le sue regole specifiche riguardo ai termini di prescrizione e questo rende difficile per i contribuenti capire quando un debito fiscale si prescrive. È facile capire la confusione, l’incertezza e la preoccupazione intorno a questa questione, soprattutto considerando anche il fatto che vengono continuamente fatte modifiche legislative riguardo questa materia.

Quindi, quali sono i termini di prescrizione delle cartelle esattoriali? Dipende dall’oggetto della cartella. Ecco un elenco che ti aiuterà a comprendere meglio:

  • Imposte sui redditi (IRES, IRPEF, IRAP, IVA) – il termine di prescrizione è 10 anni;
  • Imposte “d’atto” (bollo, registro, successione, ipocatastali) – il termine di prescrizione è 10 anni;
  • Tributi locali (IMU, TASI, TARI, TARSU) – il termine di prescrizione può essere di 10 o di 5 anni;
  • Concessioni governative (licenze, autorizzazioni, concessioni) – il termine di prescrizione può essere di 10 o di 5 anni;
  • Diritti camerali (contributi versati dalle imprese alla camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura) – il termine di prescrizione è 5 anni;

Prescrizione cartelle esattoriali e sanzioni

Quando ricevi una cartella esattoriale, può capitare che questa non chiesa soltanto il pagamento dell’imposta non versata ma anche una sanzione amministrativa, la così detta “multa”. Quello che devi sapere in questo caso è che il termine di prescrizione per la multa è di 5 anni, di conseguenza, se l’Agenzia delle Entrate interviene una volta trascorso questo periodo di tempo, ciò che sarà caduto in prescrizione saranno soltanto le sanzioni e dovrai comunque pagare l’imposta.

Allo stesso modo, lo stesso vale per gli interessi che la cartella esattoriale pretende di riscuotere. Anche gli interessi hanno un termine di prescrizione di 5 anni e, dunque, vale quanto già detto per le sanzioni: se l’Agenzia delle Entrate interviene una volta trascorso questo periodo di tempo, ciò che sarà caduto in prescrizione saranno gli interessi, ma dovrai comunque pagare l’imposta.

Ma cosa succede se, nonostante la tua cartella esattoriale dovrebbe essere caduta in prescrizione, ricevi un avviso di pagamento o di accertamento?

I termini per gli accertamenti fiscali

Gli avvisi di accertamento devono essere notificati entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello di presentazione della dichiarazione oppure entro il 31 dicembre del settimo anno successivo a quello di presentazione della dichiarazione (come affermato dall’articolo 40 del Decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre1973 n. 600). Ne consegue che, se l’avviso di accertamento non è notificato entro questi termini, esso decade.

Come dicevamo nel paragrafo introduttivo di questo articolo, la pandemia ha determinato la sospensione dell’attività delle agenzie fiscali, prorogando tutti i termini di notifica con periodo di scadenza tra il 08/03/2020 e il 31/12/2020 di 2 anni. Oltre a questa sospensione, l’emergenza sanitaria ha spinto il Legislatore a estendere i termini per l’accertamento con l’articolo 157 del Decreto-Legge 19 maggio 2020 n. 34 (Decreto Rilancio), fissando al 28 febbraio 2022 la nuova scadenza per gli atti emessi entro il 31 dicembre 2020. Successivamente, il Decreto-Legge 17 marzo 2020 n. 18 (Decreto Cura Italia) ha introdotto una ulteriore sospensione di 85 giorni per alcuni termini, determinando dibattiti e confusione.

Ad oggi, l’Agenzia delle Entrate ritiene che, per gli accertamenti per il triennio 2024/2026, gli 85 giorni in più non dovranno essere conteggiati.

La complessità e l’incertezza normativa sulla prescrizione delle cartelle esattoriali

L’incertezza in ambito normativo e la mancanza di una interpretazione univoca rende difficile per i cittadini comprendere la propria posizione e pianificare. Inoltre, la proroga dei termini ha allungato i tempi per la definizione dei contenziosi tributari, motivo per cui i contribuenti dovranno attendere ancora per ottenere una risposta definitiva riguardo alla propria situazione.

Pur avendo avuto lo scopo di fornire un sostegno alle imprese e ai cittadini in un momento di grande difficoltà, la proroga ai termini di notifica ha anche generato, dall’altra parte, dubbi e incertezze. Per aiutare i cittadini a conoscere la propria posizione e a gestire lo stato delle proprie cartelle esattoriali, il 6 febbraio 2024 è arrivato il Comunicato stampa dell’Agenzia delle Entrate ad annunciare la riforma fiscale del 2024: scopri cosa cambia con le cartelle esattoriali e con il pagamento delle tasse.

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