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Residenza fiscale 2024: i nuovi criteri

L’articolo 1 del D.Lgs 209 del 27 dicembre 209 porta novità in materia di residenza fiscale 2024. Per il calcolo delle imposte sui redditi le persone che possono essere considerate residenti in Italia sono tutte coloro che hanno avuto in Italia la residenza o il domicilio per buona parte dell’anno. L’articolo cambia il criterio con cui viene determinata la residenza fiscale delle persone fisiche, sostituendo così la definizione di domicilio con un significato più ampio che comprende il luogo in cui si sviluppano relazioni personali e familiari di una persona.

Ciò che resta invariato è il criterio secondo il quale chi è iscritto all’anagrafe della popolazione residente, per la maggior parte del periodo di imposta è considerato residente ai fini fiscali. In questo caso, però la persona può provare il contrario, ovvero che la sua residenza è all’estero perché lì si sviluppano le sue relazioni personali e familiari. Scopriamo insieme cosa si intende per residenza fiscale, i dettagli e cos’è effettivamente cambiato a partire dal 1° gennaio 2024.

Residenza fiscale 2024: che cos’è?

La residenza fiscale è il luogo in cui la persona fisica ha il proprio domicilio e la propria residenza per almeno metà anno. La residenza in Italia ai fini fiscali è riservata a chi per la maggior parte dell’anno è iscritto all’Anagrafe dei residenti o ha domicilio e residenza in Italia.

Rispetto alla normativa precedente ci sono però dei cambiamenti. A regolare la residenza fiscale è l’articolo 2 del Tuir che prevede che una persona può essere considerata residente in Italia se per la maggior parte del periodo d’imposta è iscritta all’anagrafe della popolazione residente, ha residenza in Italia o vi ha domicilio.

Per poter essere considerati fiscalmente residenti in Italia basta soddisfare uno dei requisiti. Se un soggetto possiede la residenza in due Paesi diversi ecco che ci si può rivalere sulle convenzioni bilaterali. Quello che va considerato, nella normativa del 2023, è che si considera una persona residente nello Stato se possiede uno dei seguenti requisti:

  • Soggiorno abituale;
  • Nazionalità;
  • Abitazione permanente;
  • Centro dei propri interessi vitali;
  • Dimora abituale.

Tra tutti i requisiti quello più difficile da valutare è il domicilio abituale perché riguarda sia la vita personale che il patrimonio. La delega fiscale cambia la disciplina della residenza fiscale delle persone fisiche, delle società e degli enti diversi dalle società, per rendere tutto più coerente con il concetto di residenza fiscale 2024, ma anche per poter applicare in modo corretto i regimi speciali previsti per tutti quelli che trasferiscono la residenza nel nostro Paese.

Modifiche del concetto di residenza fiscale

La novità del 2024 ha lo scopo di adeguare il concetto di residenza fiscale tenendo conto anche del fatto che è possibile svolgere il lavoro in modo più agevole rispetto al passato. La residenza fiscale ha un impatto significativo per gli e-commerce internazionali e la fornitura dei servizi telematici che non possiedono una localizzazione fissa. Per questo motivo è necessario adeguare il concetto di organizzazione stabile, alla luce della nuova realtà sociale economica limitando la concorrenza tra i Paesi ed evitare così che possano nascere i cosiddetti “paradisi fiscali”. 

Il nuovo decreto prevede che dal 1° gennaio 2024 le regole della residenza fiscale cambiano:

  • Ai fini della tassazione (imposte sui redditi): i residenti sono i soggetti che per la maggior parte del periodo di imposta hanno domicilio sul territorio dello Stato;
  • Per domicilio: si intende il luogo dove si svolgono i rapporti personali e familiari del soggetto;
  • Si presuppone che siano residenti in Italia coloro i quali per la maggior parte del periodo di imposta siano iscritti nelle anagrafi della popolazione residente.

L’obiettivo di queste modifiche è quello di adeguare agli standard internazionali il concetto di residenza fiscale 2024. Determinare la corretta residenza fiscale è necessario per applicare una corretta e adeguata tassazione per ogni individuo. Proprio per queste ragioni, la normativa italiana deve allinearsi con quella internazionale per stabilire la tassazione di un contribuente italiano che abita in un altro Paese, al contrario di ciò che succede ai soggetti non residenti che vengono tassati in quel Paese solamente per i redditi da loro prodotti.

Dal 1° gennaio non cambia solamente il concetto di domicilio, inteso come sede principale di interessi e affari, ma anche la presenza fisica del contribuente in tale luogo. Fino allo scorso anno la presenza fisica era legata al domicilio e alla residenza. Da quest’anno invece, la presenza fisica è essenziale per determinare il concetto di residenza: solo chi per la maggior parte del periodo di imposta è presente in Italia viene considerato residente.

 

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