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Bond aziendali vs bond governativi: dove investire in tempi incerti

Quali differenze intercorrono tra i bond aziendali ed i bond governativi? Ecco dove investire in tempi incerti e caratterizzati dal trend inflazionistico.

Con la fiammata inflattiva si è assistito ad una vera e propria perdita del potere di acquisto dei risparmiatori. Gli investitori ed i traders hanno spostato l’attenzione sui bond governativi, ovvero sui titoli statali emessi dal Tesoro italiano (Bot e Btp), i cui rendimenti sono davvero promettenti. Oltre ai bond governativi, gli investitori possono detenere nel proprio portafoglio investimenti i bond aziendali. Quali sono le differenze tra bond statali (governativi) e bond societari o aziendali? Facciamo chiarezza sulla differenza che intercorre tra queste tipologie di obbligazioni.

Bond aziendali o corporate: cosa sono?

Partiamo con la definizione dei bond aziendali, che sono obbligazioni attraverso le quali le società raccolgono denaro per soddisfare il fabbisogno di liquidità. Spesso e volentieri si sente parlare delle obbligazioni statali emesse dal Tesoro, ma una seconda tipologia di obbligazioni sono proprio i corporate bonds, che hanno determinate caratteristiche e rendimenti. Le obbligazioni societarie sono emesse da listed company quotate sul mercato borsistico. Si pensi, ad esempio, alle banche, alle compagnie assicurative, alle imprese industriali ed alle società operanti nel settore delle utility. Le società quotate necessitano di raccogliere denaro per ampliare l’attività imprenditoriale e per soddisfare le esigenze di liquidità.

I risparmiatori che decidono di detenere nel proprio portafoglio investimenti bond corporate diventano obbligazionisti e creditori della società emittente e, una volta scaduto il titolo, hanno diritto di ricevere il capitale investito più la quota di interessi maturata, che funge da remunerazione. La capacità della società emittente di ripagare i bond dipende dalla sua capacità di produrre utili e di essere profittevole. Solitamente i bond aziendali sono percepiti come più rischiosi rispetto alle obbligazioni emesse dallo Stato (Bot e Btp).

Per questo, i titoli obbligazionari societari offrono interessi maggiori, ma al contempo sono meno rischiosi rispetto ai titoli azionari, la cui quotazione è soggetta a fluttuazioni. Le obbligazioni societarie rappresentano una delle fonti di liquidità principali per le società operanti nei mercati finanziari sviluppati. Per evitare una diluzione della compagine azionaria, per le società risulta più conveniente finanziarsi mediante il debito piuttosto che attraverso il capitale sociale.

Come vengono classificate le obbligazioni societarie?

Le obbligazioni corporate possono essere classificate in base alla struttura del cash flow: a tasso fisso, variabile e zero coupon; in base alla tipologia (strutturati, subordinati, plain vanilla); in base al rating (high yield, investment grade) ed in base alla tipologia di emittente (aziende industriali, società finanziarie). Il rendimento di un titolo obbligazionario sarà tanto più elevato quanto maggiori saranno i rischi di credito, valutario, il rischio di liquidità ed il rischio di tasso.

Bond aziendali: il rischio di cambio ed il rischio di tasso

Abbiamo detto che il rendimento di un titolo obbligazionario sarà più elevato quanto maggiori saranno i rischi. Tra i rischi da prendere in considerazione quando si investe sui bond societari meritano menzione il rischio di cambio, il rischio di credito ed il rischio di tasso d’interesse. Il rischio valutario o di cambio è il rischio che la valuta si deprezzi. In altre parole, non è altro che il pericolo che si corre quando si acquistano bond in valuta estera. Nel caso in cui la valuta estera si rivaluti nei confronti della moneta unica, il controvalore del bond aumenta. Se la valuta estera si deprezza e perde valore nei confronti della moneta unica, il controvalore del bond subisce una perdita. Le valute esotiche sono quelle che si deprezzano maggiormente: si pensi alle obbligazioni in lira turca.

Il rischio di tasso di interesse di un’obbligazione implica che una variazione dei tassi riduca il valore del flusso di cassa offerto da un bond: valore nominale e cedole. Il rischio di credito è legato alla possibilità che il soggetto emittente sia inadempiente nel pagamento degli interessi e/o del capitale. Non tutte le società emittenti hanno la medesima affidabilità. I titoli obbligazionari aziendali possono essere classificati in base a differenti criteri.

Il rating è la valutazione della società emittente in base alla capacità di fare fronte ai bond. Le società sono valutate in base alla bontà creditizia da parte di Fitch, Standard&Poor’s e Moody’s, che emettono uno score sintetico sotto forma di numeri e lettere. Le società con rating elevato riescono a reperire capitali in modo più facile e a prezzi più vantaggiosi. Il rischio di credito dipende anche dal ciclo economico: nelle fasi di espansione sarà più limitato, mentre nelle fasi di recessione sarà maggiormente notevole.

Bond governativi: quali sono?

Oltre ai bond aziendali è possibile detenere nel proprio portafoglio investimenti anche i bond governativi o obbligazioni statali (Btp e Bot). Si tratta di bond emessi da enti statali o para-statali e da amministrazioni pubbliche locali. Rispetto ai bond aziendali, le obbligazioni statali sono più sicure perché emesse dagli Stati. Questi titoli obbligazionari stanno sempre più attraendo l’attenzione dei risparmiatori, specie in un contesto caratterizzato dalla spirale inflazionistica.

Il calendario dei Btp e dei Bot per l’anno 2023 è davvero ricco e promettente ed il Tesoro ha appena annunciato l’emissione di nuovi titoli obbligazionari. I rendimenti dei bond governativi sono in costante incremento ed il tasso ha raggiunto i 4,7 punti percentuali. Il rendimento dei Btp aumenta grazie all’incremento dello spread Btp Bund a 190 punti e al rialzo dei tassi di interesse.

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