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Crollo sterlina in UK

A distanza di oltre un mese dalla presentazione della manovra economica del governo Truss – definita CatastropheTruss dagli inglesi -, la Gran Bretagna è ancora alle prese con la grave instabilità che ha coinvolto l’economia inglese (crollo sterlina).

Dopo il 23 settembre la sterlina ha toccato il minimo storico sul dollaro, attestandosi a soglia 1.032, con un calo vicino all’ 8%. Ancora oggi, dopo il passaggio di testimone avvenuto tra la Truss e Sunak e l’avvicendarsi dei Cancellieri dello Scacchiere Kwarteng e Hunt, la sterlina fatica, anche in conseguenza delle dichiarazioni della Banca d’Inghilterra, che prospetta scenari complessi per il Paese. Nei giorni scorsi, infatti, la BoE ha annunciato un nuovo incremento dei tassi di interesse di 75 punti base – il più alto dal 1989 – che giungono al 3%, e che vuole fornire una decisa risposta all’aumento dell’inflazione che flagella la Nazione e che si stima possa raggiungere quota 10,9% a fine anno. La decisione, che non giunge inaspettata, arriva sulla scia delle misure messe in atto da Fed e Bce.

Ma facciamo un passo indietro: perchè il Regno Unito si trova a fronteggiare questa crisi?

Il 5 settembre Liz Truss vince le Primarie in Gran Bretagna, battendo Rishi Sunak, attuale premier, per 81.326 voti su 60.399. Il 23 settembre il suo Cancelliere dello Scacchiere, Kwasi Kwarteng, presenta il mini-budget, la manovra economica che prevede maxi tagli alle tasse. La manovra prevede 45 miliardi di tagli alle tasse ai quali vanno ad aggiungersi ulteriori 60 miliardi per calmierare l’emergenza energetica. In sintesi la proposta di Kwarteng prevede:

  • una riduzione dell’aliquota per i redditi più alti che passa dal 45% al 40%, coinvolgendo l’1% dei contribuenti con redditi superiori a 150 mila sterline;
  • la conferma dell’aliquota del 19% sui profitti delle imprese, che il governo Johnson prevedeva di portare al 25% nel 2023;
  • la riduzione di un punto percentuale dell’aliquota base per i redditi da 20 mila a 60 mila sterline;
  • un pacchetto di sostegno energetico che prevede aiuti e fissa un tetto alle bollette di luce e gas, congelate a 2500 sterline a famiglia per i successivi due anni;
  • l’eliminazione del tetto ai bonus milionari dei banchieri.
  • l’annullamento degli aumenti previsti dal governo Johnson per la far fronte alle spese sanitarie dovute all’emergenza Coronavirus.

Le conseguenze della manovra Truss

Una politica di indebitamento, dunque, che non avrebbe tardato a manifestare i suoi disastrosi effetti e che ha richiesto il tempestivo intervento della Bank of England, costretta a effettuare consistenti acquisti di titoli del debito pubblico per evitare un ulteriore crollo sterlina; conseguentemente i tassi di interesse hanno subito una rapida impennata. Comprensibilmente il governo Truss ha perso credibilità e la leader del partito consevatore si è vista costretta ad esautorare Kwarteng dall’incarico.

L’elezione di Rishi Sunak

Il nuovo ministro delle Finanze inglese, Jeremy Hunt, ha, dunque, annunciato una decisa inversione di marcia del governo: abolito il taglio dell’aliquota per i redditi più alti e quello per l’aliquota base, soprattutto, ridotta la durata delle misure a sostegno di imprese e famiglie per contrastare i rincari energetici; il tetto delle bollette ha validità sei mesi, trascorsi i quali la misura verrà modificata per renderla più mirata

“Ci attendono decisioni ancora più difficili. I tagli alla spesa restano in vista, anche dopo quest’inversione di tendenza. I governi non possono eliminare la volatilità nei mercati, ma possono fare la loro parte e noi la faremo” dichiara Hunt.

Tuttavia, il passo indietro del governo non è stato sufficiente e la Truss è stata costretta a dimettersi; il suo è stato il mandato più breve nella storia del Regno Unito.

Dal 24 ottobre il Regno Unito ha un nuovo premier, Rishi Sunak, il terzo in meno di tre mesi, ma è ancora impegnato a fronteggiare la crisi aperta dal governo Truss. Sembra che i tassi di interesse siano destinati a salire ancora.

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