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Euro vs dollaro: il cambiamento delle riserve valutarie

Moneta Euro vs dollaro: quale è il cambiamento delle riserve valutarie? Il peso della moneta unica dell’Eurolandia nelle riserve valutarie delle banche centrali è in costante incremento. Cosa sta bollendo in pentola?

Non possiamo negare il fatto che si sta assistendo al cambiamento delle riserve valutarie: il peso dell’Euro nelle riserve valutarie delle istituzioni bancarie centrali è in costante incremento: quali sono i cambiamenti che stanno prendendo piede e perché è possibile parlare di una possibile rivincita dell’Euro sul biglietto verde? Per dare una valida risposta è necessario prendere in considerazione l’indagine condotta dall’OMFIF (Official Monetary and Financial Institutions Forum).

Moneta Euro vs dollaro: il cambiamento delle riserve valutarie

Quali sono i cambiamenti delle riserve valutarie? La moneta unica dell’Eurozona è sempre più attraente per gli investitori. Secondo l’indagine condotta OMFIF (Official Monetary and Financial Institutions Forum) avente il suo quartier generale a Londra, una su cinque delle oltre 70 banche centrali prevede un incremento delle partecipazioni nella moneta unica nei prossimi 24 mesi.

La domanda netta è stata superiore rispetto a quella di qualsiasi altra valuta, nonostante il sette percento abbia tentato di diminuire la disponibilità. Nonostante la crescente forza acquisita dalla moneta unica dell’Eurolandia, il biglietto verde non sarà detronizzato. Ad oggi il dollaro costituisce oltre il 50% delle riserve mondialicontro i 20 punti percentuali della moneta unica.

C’è maggiore fiducia e ottimismo nei confronti della moneta euro e ciò indica che qualcosa sta realmente cambiando nelle valutazioni del mercato Forex. La moneta dell’Eurozona può essere davvero vantaggiosa così come la valuta digitale della banca centrale.

Moneta unica sempre più richiesta come riserva: ecco quali sono le ragioni del successo

La moneta euro è protagonista dei mercati valutari: la valuta dell’Eurolandia ha sofferto di deflazione e adesso sta guadagnando notorietà tra i gestori delle riserve degli istituti bancari centrali grazie agli eventi geopolitici che stanno mettendo a dura prova il biglietto verde. Non solo, le previsioni parlano di un allentamento monetario, anticipato a grande sorpresa dalla Banca Nazionale Svizzera, che favorirà il rafforzamento della moneta unica dell’Eurozona. Con il continuo innalzamento dei tassi di interesse, i rendimenti dei titoli statali dell’Eurolandia hanno imboccato un trend rialzista e dovrebbero rimanere piuttosto elevati, anche se si attende la riduzione del costo del denaro entro la fine del 2024.

Ora che la moneta euro ha un rendimento positivo, i gestori delle riserve stanno tentando di incrementare l’allocazione valutaria verso la moneta unica: è sottolineato Pearce, economista dell’OMFIF. Facciamo qualche esempio concreto per capire meglio: la Romania ha sottolineato di voler conservare il peso della moneta unica dell’Eurolandia nelle proprie riserve fino al 75%.

La Banca Centrale della Polonia ha sottolineato che i rendimenti attesi a medio-lungo termine per i titoli statali dell’Eurozona hanno imboccato il trend rialzista. Ciò consente di far crescere l’interesse per questa classe di asset. Gli strumenti finanziari europei “sicuri” sono stati rafforzati dall’incremento delle vendite di titoli obbligazionari per finanziare la spesa.

De-dollarizzazione delle riserve valutarie: quali sono le cause?

Alcuni Paesi dei mercati emergenti per differenziare le riserve valutarie del dollaro statunitense hanno esposto una serie di perplessità sul processo di de-dollarizzazione. Le dinamiche che influenzano il ruolo del biglietto verde come valuta di riserva sono molto più complicate e complesse di quanto suggerito dalle statistiche ufficiali. Nella finanza globale qualsiasi declino del ruolo del biglietto americano richiederà più tempo di quanto sostengano le attuali news sulla fine dell’era del biglietto verde.

L’utilizzo della moneta statunitense nel sistema economico da parte del comparto privato per gli investimenti e per gli scambi consentirà di determinare lo status della divisa monetaria. Il ruolo della valuta americana nelle transazioni del comparto privato è rimasto pressoché immutato. Le riserve valutarie sono investite in attività liquide e sicure, ma l’universo dei beni immobiliari non in $ rimane oggetto di frammentazione per assorbire la domanda di riserve.

Qualsiasi mutamento significativo rispecchia la composizione valutaria del commercio e la scelta della valuta dipende dalla disponibilità di strumenti liquidi in mercati caratterizzati dall’efficienza. Questi fattori sostengono lo status della divisa americana come prima valuta di riserva a livello globale. L’incremento della quota di valute alternative nel commercio mondiale consentirà di ridurre nel corso del tempo lo status predominante del biglietto verde, senza provocare alcuna de-dollarizzazione.

Paesi come la Russia e la Cina stanno cercando di ridurre il peso del dollaro americano nel commercio internazionale. Alla fine del 2022 la Cina ha chiesto ai fornitori ubicati nel Medio Oriente di accettare la propria valuta nazionale anziché il biglietto verde negli scambi di petrolio. Anche la Russia di Putin ha intensificato i suoi sforzi volti ad accelerare il processo di de-dollarizzazione.

A tale proposito, è necessario ricordare l’ordine esecutivo che proibiva ai paesi di perfezionare il pagamento dei contratti di gas naturale in qualsiasi valuta differente dal rublo. Mosca, Pechino e tutti i BRICS si stanno impegnando attivamente affinché venga creata una valuta, che vada ad indebolire il dollaro statunitense come riserva globale.

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