Hai molta liquidità e stai pensando di effettuare i tuoi pagamenti in contanti? Bene, sappi che dal 1° gennaio 2023 (e confermato anche per il 2024 – leggi la Ripubblicazione del testo della Lg 29 dicembre 2022 n. 197) il limite di pagamento in contanti è di 5.000 €. Nel corso della storia italiana, diverse volte la soglia è stata spostata, e questo per venire incontro alle diverse esigenze dello Stato e dei lavoratori.
Non solo, negli ultimi anni, con l’avanzamento della tecnologia e la sua sempre più fondamentale presenza all’interno di ogni sistema, il limite ai pagamenti in contanti è diventata una risorsa per contrastare l’evasione fiscale che dilaga nel nostro Paese: pensa, negli ultimi 10 anni sono stati evasi 932,3 miliardi di euro. In questo articolo parleremo del limite di pagamento in contanti e cosa accade a chi supera la soglia.
Limite pagamento contanti 2024
Dal gennaio del 2002 fino al 2024, il limite di pagamento in contanti ha subito molte variazioni, abbassando la soglia di molto fino a stabilizzarsi intorno ad una cifra inferiore o uguale a 5.000 € dal maggio 2010 in poi. Per il 2024 è stato confermato quanto detto dalla Legge di Bilancio 2023 e stabilita la soglia massima per i pagamenti in contanti a 5.000 €.
Periodo |
Limite pagamento contanti |
Governo |
1° gennaio 2002 – 25 dicembre 2002 | 13.329,14 euro | conversione in euro |
26 dicembre 2002 – 29 aprile 2008 | 12.500 euro | Berlusconi |
30 aprile 2008 – 24 giugno 2008 | 5.000 euro | Berlusconi |
25 giugno 2008 – 30 maggio 2010 | 12.500 euro | Berlusconi |
31 maggio 2010 – 30 agosto 2011 | 5.000 euro | Berlusconi |
31 agosto 2011 – 5 dicembre 2011 | 2.500 euro | Berlusconi |
6 dicembre 2011 – 31 dicembre 2015 | 1.000 euro | Monti |
1° gennaio 2016 – 30 giugno 2020 | 3.000 euro | Renzi |
1° luglio 2020 – 31 dicembre 2021 | 2.000 euro | Conte |
1° gennaio 2022 – marzo 2022 | 1.000 euro | Draghi |
Marzo 2022 – 31 dicembre 2022 | 2.000 euro | Draghi |
1° gennaio 2023 | 5.000 euro | Meloni |
1° gennaio 2024 | 5.000 euro | Meloni |
L’utilizzo di questa misura per contrastare l’evasione fiscale, il riciclaggio e gli altri fenomeni illegali, ma anche per rendere più sicuri e trasparenti i passaggi di denaro, sembra dall’altra parte generare un senso di costrizione nei cittadini, che percepiscono una limitazione alle propria libertà nell’uso dei propri soldi e di farlo dovendo anche rinunciare alla propria privacy.
Cosa succede se si supera il limite di pagamento in contanti
In base a quanto è stato detto finora, possiamo affermare che i pagamenti in contanti oltre i 5.000 € sono vietati. Di conseguenza, par qualunque tipo di transazione economica che prevede un importo superiore devi ricorrere a metodi di pagamento tracciabili se non vuoi incorrere in sanzioni per te e per chi accetta il tuo denaro.
Rischi e sanzioni per pagamenti superiori alla soglia
Come abbiamo già detto, le sanzioni di un eventuale pagamento in contanti che superi un massimo di 5.000 € non si limitano a colpire chi emette il pagamento ma anche chi lo riceve e chi è a conoscenza della transazione illegale e non denuncia l’irregolarità. Le sanzioni prevedono:
- Un minimo di 1.000 € per le violazioni;
- Una somma dai 5.000 € a salire per le violazioni di importo superiori ai 250.000 €;
- Una somma da 3.000 € a 15.000 € per chi non comunica la violazione.
L’importanza della tracciabilità delle transazioni
Il limite ai pagamenti in contanti è uno strumento importante per contrastare l’evasione fiscale e promuovere una maggiore equità nel sistema fiscale. L’evasione fiscale è un fenomeno complesso, sintomo di uno Stato in cui i cittadini non si sentono tenuti in considerazione nelle proprie esigenze, nei propri bisogni, per periodi eccessivamente prolungati. Alla base di questo ci sono diverse ragioni:
- Burocrazia complessa – che scoraggia i contribuenti;
- Carico fiscale elevato – rispetto ai servizi e alle opportunità offerte dallo Stato, che li spinge a cercare di ridurre il proprio debito fiscale;
- Crisi economiche – per cui si cerca di sopravvivere tagliando le spese e le tasse;
- Corruzione – che fa perdere fiducia verso le autorità e le istituzioni;
- Percezione di inefficienza dello Stato – per cui le tasse non vengono utilizzate per fornire servizi di qualità e che pagarle, di conseguenza, è inutile.
Limite di trasferimento di denaro contante all’estero
L’articolo 64 del Decreto Legislativo n. 231 del 2007 disciplina l’obbligo di dichiarazione doganale per il trasporto di contanti all’estero. L’obbligo si applica a tutte le persone fisiche e giuridiche che trasportano, in entrata o in uscita dal territorio dello Stato, denaro contante per una somma totale che superi i 10.000 €. La dichiarazione doganale deve essere presentata in forma scritta e deve contenere informazioni dettagliate sul soggetto che vuole effettuare il trasporto, sull’importo e sulla natura del denaro stesso, insieme alla ragione del trasporto.
Il mancato rispetto di questo obbligo equivale a una violazione amministrativa, punibile con sanzioni pecuniarie. Fai attenzione: l’importo di 10.000 € si riferisce alla somma totale che una singola persona (fisica o giuridica) può trasportare, anche se suddivisa in diverse parti, anche se trasferita in diverse valute.
Il controllo su depositi e prelievi e il futuro del contante
Il limite di pagamento in contanti fa riferimento al trasferimento di denaro a terzi. Questo vuol dire che, da privato, puoi prelevare e depositare qualunque cifra dal tuo conto corrente. Fai attenzione però: anche se il limite si applica a quelle occasioni in cui hai necessità di pagare in contanti per un servizio o per un prodotto, l’istituto finanziario in cui effettui il deposito o il prelievo sul tuo stesso conto potrebbe chiederti una giustificazione per la tua operazione e potrebbe anche decidere di segnalarla all’Unità di Informazione Finanziaria (UIF) della Banca d’Italia per escludere che si tratti di attività economiche illegali, come ad esempio, il riciclaggio.
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