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Scandalo Juventus: cos’è una plusvalenza

Cos’è una plusvalenza? Con lo scandalo Juventus è saltato all’occhio il processo per le plusvalenze. Sul banco degli imputati c’è il club bianconero, con una penalizzazione di 15 punti in classifica e con tutti i dirigenti condannati. Al centro dello scandalo Juventus ci sono le plusvalenze, ma a cosa fa riferimento il termine plusvalenza? Scopriamolo.

Caso Plusvalenza: Juventus sotto accusa

I Dirigenti della Juventus sono stati indagati per falso in bilancio ed emissione di fatture per operazioni inesistenti: al centro delle indagini ci sono le plusvalenze. Nel gergo calcistico, le plusvalenze sono profitti che vengono realizzati dalle società calcistiche derivanti dalla vendita di un calciatore. In buona sostanza, la plusvalenza non è altro che la differenza che intercorre tra il prezzo di acquisto di un giocatore ed il prezzo di vendita dello stesso, al netto delle commissioni degli agenti.

L’importo delle plusvalenze può variare a seconda del valore del giocatore e delle condizioni del mercato. Le plusvalenze dipendono dalla capacità di vendere i giocatori a prezzi più alti rispetto a quelli per acquistarli. Sul caso Juventus la Procura di Torino sta indagando sui reati di falso in bilancio e sulle false plusvalenze. Sono tre i filoni di indagine che gli inquirenti stanno portando avanti: le provvigioni riconosciute agli agenti, le plusvalenze realizzate dalla Juventus nel triennio 2019-2021 ed il contratto siglato dal club Bianconero con il bomber Cristiano Ronaldo. L’inchiesta di oltre 1000 pagine passerà nelle mani della Federcalcio: a quel punto si muoverà la Giustizia Sportiva.

In effetti, il Club Bianconero non sarebbe l’unico ad essere coinvolto, secondo la Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio Professionistiche sarebbero almeno 62 le operazioni di Serie A ad essere nel mirino. L’inchiesta sulle plusvalenze potrebbe coinvolgere anche altri club di Serie A: Inter, Genoa, Atalanta, Sampdoria e Napoli.

Plusvalenza, il caso della Juventus: i filoni di indagini della Procura

Gli inquirenti e la Procura vogliono comprendere se i proventi derivanti dalla compravendita dei giocatori siano stati gonfiati per coprire le perdite di bilancio. Nel mirino della Procura ci sarebbero le false comunicazioni sociali. Si pensi al caso della compravendita del centrocampista Nicolò Rovella dal Genoa alla Juve. La Juventus ha acquistato Rovella per 18 milioni di euro e il Genova avrebbe acquistato dal club Bianconero Elia Petrelli (8 milioni di euro) e Manolo Portanova (10 milioni di euro). Questa operazione sarebbe stata realizzata gonfiando gli incassi riportati in bilancio. I costi di acquisto dei calciatori sarebbero stati ammortizzati per gli anni della durata contrattuale.

Altro filone di indagine degli inquirenti sarebbe il bomber Cristiano Ronaldo, il quale sarebbe estraneo a tutto lo scandalo delle plusvalenze. Ciò nasce da un’intercettazione tra il Dirigente sportivo, Federico Cherubini e il legale della Juve, Cesare Gabasio. L’avvocato avrebbe parlato di una “carta che non esiste teoricamente”: ciò farebbe insospettire gli inquirenti. Nei rapporti tra il bomber e la Juventus potrebbero esserci accordi nascosti e non risultanti dai documenti ufficiali. Altro filone di indagine della Procura riguarda i compensi erogati ai procacciatori ed agli agenti: da qui scatta l’ipotesi di reato per emissione di fatture per operazioni inesistenti.

Scandalo Juventus sulle plusvalenze: la difesa dei Bianconeri

Gli avvocati della Vecchia Signora hanno fatto leva sul principio giuridico per cui

«nessuno può essere perseguito o condannato penalmente dalla giurisdizione dello stesso Stato per un reato per il quale è già stato assolto o condannato».

La difesa della Juve, in merito all’inchiesta penale Prisma, sostiene che nessuno degli elementi valorizzati dalla Procura dimostra l’esistenza di una sopravalutazione dei diritti alle prestazioni dei calciatori. Pertanto, il ricorso sarebbe del tutto infondato. I difensori della Juventus hanno replicato che le plusvalenze generate rappresenterebbero solamente il 3,6% dei ricavi in bilancio. La finalità dei legali della Juventus è quello di arrivare all’annullamento della penalizzazione di 15 punti in classifica alla squadra e quello di eliminare le inibizioni che coinvolgono la dirigenza coinvolta nello scandalo delle plusvalenze.

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